Scriviamo un Manifesto per tracciare quali sono le tensioni, i temi, le modalità che sottostanno al nostro fare, cercando di tenere unita la complessità che sentiamo, per come riusciamo a vederla.
Dopo il confinamento, mentre cominciamo a poter uscire dalle nostre case a maggio 2020, emerge in noi il bisogno di distendere il sentire e il pensiero, mentre siamo saturi di pieni o vuoti improvvisi, battute d’arresto e accelerazioni, depositate nelle contratture dei muscoli, in microfratture delle ossa e negli organi.
Da mesi, filosofi, ricercatori, attivisti e artisti stanno intensamente sviluppando in tutto il mondo riflessioni su quanto è in corso, come inviti a chiedere più attenzione alla complessità di quel che accade. Mentre ogni nostra azione pubblica ulteriore ci sembra tanto necessaria quanto sfuocata, sentiamo necessario cercare anche di dire con armonia chi stiamo diventando, quali azioni ci addolora fare o ricevere, quali principi ci lasciano integri su un pianeta Terra che improvvisamente sta diventando più piccolo, più oggetto di rappresentazioni mediatiche, più pericoloso, pur restando la nostra casa comune, con una storia e un futuro. A poco a poco le nostre parole essenziali si aggregano in due liste complementari, che fanno tesoro dell’esperienza dell’anno precedente, ci situano nel presente e ci permettono e di aprire lo sguardo verso l’orizzonte.
Per dare corpo alla scrittura e non lasciarla nei limiti di un file, coinvolgiamo l’artista visivo e illustratore Marco Smacchia che, riassemblando strisce irregolari di carte diverse su cui le lettere si spargono come semi d’inchiostro, la traduce in una prima opera d’arte materica. Ed è realizzando questo passaggio che nasce l’intuizione di provare a ricamare le parole, usando stoffe e fili, dove i segni concretamente si accostano e si integrano senza interruzioni, valorizzandone le tensioni e quindi i significati.
Presentiamo pubblicamente il manifesto a settembre 2020, sul prato di Casa Iannacci (la struttura pubblica d’accoglienza più grande d’Europa di proprietà del Comune di Milano, già protagonista di una delle tappe più significative del cammino del 2019), incontrando chi ha già camminato con noi, ma non solo, per riprendere il percorso insieme e per ritrovare il sentimento che ci ha animati.
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